mercoledì 5 novembre 2008

L'anima nera

Poi all'improvviso sentì un buco profondo dentro di lei e da li dentro qualcosa di leggero e veloce passò dallo stomaco,al cuore e alla testa,qualcosa che mentre passava lasciava un senso di terrore. Era come un’anima nera che seminava il nulla solo passando. Era l’anima nera che viveva dentro al suo buco,che non usciva mai,ma che da quel giorno forse avrebbe preso gusto a fare dei giri dentro lei. Era come un senso di stranezza,di imbarazzo,che velocemente era arrivato dentro al cervello e poi era tornato velocemente nello stomaco dentro al buco,ma tutto il corpo dallo stomaco alla testa era come anestetizzato,sentiva solo di non essere vivo. Era durato tutto un secondo,ma era bastato. L’anima nera stava dentro al buco ma si gonfiava molto intensamente e questa volta molto lentamente. Ogni secondo lei la sentiva crescere dentro, e aumentava il senso di paura. E aumentava anche la velocità in un cui si gonfiava l’essere.Lei si guardava intorno forse sperava di vedere qualcuno che le ricordasse di essere li, che le ricordasse che tutti potevano vederla e che se lei voleva poteva fare qualunque cosa. Ma la vista era annebbiata. L'aria invece era diventata spessa, le cose e le persone erano diverse dal solito,era come se lei non fosse li,come se lei fosse qualcosa a parte da tutto. L’aria era talmente spessa che offuscava la vista,le cose si perdevano dentro di lei ed era come se niente esistesse più. Tranne lei. Un secondo prima sentiva di non essere niente di non essere mai esistita,e un secondo dopo pensava che era il resto a non esistere. Il resto era lontano,anche se le passava vicino. Il respiro era affannoso, perchè l'aria oltre che spessa era anche pesante e ruvida. La testa le girava e pesava sempre di più, era come se si gonfiasse e come se cercasse di tenerla in basso,di non permetterle di volare via, ma era troppo pesante per lei. Sotto i piedi sentiva la terra, avrebbe voluto togliersi le scarpe e sperare che piovesse almeno avrebbe sentito qualcosa di freddo. Intanto quel alone di stranezza nello stomaco diventava sempre più grande, e occupava sempre più spazio, lei aveva paura di diventare solo quella cosa li. Di diventare un alone,un anima nera e di non esistere più. Sentiva che se le cose non fossero tornate subito come prima lei non si sarebbe più potuta controllare. Sapeva che stava camminando sulla linea che divide la ragione della pazzia. Era li e le sarebbe bastato ancora un secondo e lo sarebbe diventata,pazza, e chissà cosa avrebbe fatto!Forse si sarebbe sdraiata per terra, avrebbe pianto,si sarebbe fatta del male, o avrebbe fatto male a qualcuno. Non poteva saperlo cosa voleva da lei quel anima nera.
I suoi occhi si riempirono di lacrime, una vena sopra la fronte iniziò a pulsare, la sua bocca si aprì per cercare l’aria, le gambe cedettero e lei si inginocchiò sperando,pregando di non morire e di non impazzire.

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